Il nostro redattore Vito “Nik Hollywood” Nicoletti ha intervistato Berta Corvi, scrittrice, traduttrice, insegnante e fotomodella. Di seguito L’intervista esclusiva per voi lettori.
A 49 anni di età,Berta Corvi non si fa davvero mancare nulla. Origini abruzzesi, cresciuta a Liegi in Belgio ed ora approdata nell’hinterland milanese, Berta si sta affacciando al mondo della fotografia. Con curiosità, con i piedi ben ancorati a terra e con tanta voglia di conquistare qualche bel traguardo.
“Ho deciso di accettare la proposta del fotografo Fabio Stella, ho scattato con lui ed è stato davvero meraviglioso. Un’esperienza a cui mi piacerebbe dar seguito…”.
Che ricordo hai di questa “prima volta” a 49 anni? Di una giornata fantastica, momenti da replicare. Mi sono divertita, abbiamo lavorato senza un tema ma badando a realizzare delle belle foto. E io sono orgogliosa del mio risultato!
Leggendo questo sito, che impressioni hai avuto? Questo blog mi fa pensare ad un caleidoscopio dalle mille forme, dai tanti colori, dalle molteplici sfaccettature. Tengo a dimostrare che è possibile sovrapporre fascino, grazia e cultura in una miriade di luci, valorizzare immagine, silhouette e erudizione. La mia presenza non dev’essere solo percepita attraverso la mia figura, ma anche sfogliando le mie pagine.
Cos’è per te la fotografia? Sicuramente cultura, con un fascino straordinario. Conosco bene questo mondo, fino a pochi mesi fa semplicemente per aver visitato decine di mostre ed aver cercato di capire il significato di una bella foto. Ora questo bagaglio di competenze mi piacerebbe metterlo in gioco…
Come mai ti sei avvicinata così tardi alla fotografia? In effetti è strano, un motivo forse non c’è. A 28 anni aveva già scattato, quasi per caso dopo aver visto l’annuncio su un giornale. Poi questo lato della mia personalità è rimasto al chiuso per vent’anni, fino ad oggi…
Che sensazioni ti trasmette? Mi piace farmi fotografare per orgoglio personale, l’aspetto fisico e il modo in cui mi pongo mi permettono di ricevere complimenti. Ma mai fermarsi a questo!
Che immagine ti piacerebbe trasmettere? Quella di una donna solare, estroversa e sicura di sé. Non l’immagine di una donna sciocca, ma di una persona che tiene a sé sotto ogni aspetto. Di mio, penso di esprimere un pizzico di sensualità!
Insomma, una donna “bella” nonostante l’età… Le donne belle sono altre… Monica Bellucci ne è l’emblema!
Quale parte del tuo corpo preferisci? Il sorriso, mi piace averlo sempre per dimostrare che amo la vita.
A 49 anni, cosa vorresti realizzare nel mondo della fotografia? Mi piacerebbe avere delle foto mie in contesti particolari, ambientandole fra i libri, in una biblioteca. E mi piacerebbe che tutto venisse studiato nel dettaglio.
Berta Corvi: oltre alla fotografia, c’è di più… Esatto, si può dire che ho una vita impegnata. Insegno allo Iulm a Milano, ho scritto tre libri, ne ho tradotti altrettanti e sto completando l’ultimo mio romanzo…
Come ti descrivi? Una donna con voglia di fare, incapace di stare ferma, che odia chi prova a tagliarmi le gambe. Conoscere gente è essenziale per la mia vita, e spesso è fonte di ispirazione per la scrittura.
Cosa rappresenta la scrittura per te? È la mia vita, sin da quando ero bambina. Ringrazio i professori del liceo che mi hanno trasmesso questa passione, dandomi una sensibilità particolare verso l’ambito della letteratura francese. Quando scrivo mi isolo, entro in un mondo di fantasie, in cui il posto è fondamentale per poter sviscerare storie interessanti.
In un libro può nascondersi la volontà di sentirsi liberi?
Radunare i propri pensieri in un libro è un compito appassionante, significa costruire la propria libertà, sviluppare una motivazione personale e cercare una pienezza psicologica. La scrittura vuol dire farsi carico delle passioni che bruciano dall’interno, affermare le proprie opinioni, aver il coraggio di seguire il proprio cuore. In questa ottica, a me sembra che il miglior modo di essere sé stessi si basi proprio sulla capacità d’introspezione e sull’esplicitazione dei propri bisogni, desideri e obiettivi. La vita e la scrittura sono inseparabili quando sono segnate da momenti forti. Ciò che crea movimento nell’anima sotto forma di tumulto o di gioia mi entusiasma, ecco perché la poesia mi ha permesso di abbandonare il ruolo di spettatrice per diventare la persona che sognavo segretamente di essere, attrice del mio destino.
Quanto c’è di Berta nei tuoi libri?
Molti episodi hanno segnato la mia vita e mi hanno esortato a scrivere. Nelle mie raccolte, si legge il ritmo orecchiabile e armonioso della mia infanzia felice, ma anche le delizie, i piaceri e l’amore che hanno segnato la mia vita d’adolescente e di donna. Alcune poesie mostrano l’impronta del mio passato vulcanico. Libero e ipnotizzo il verso in una frammentazione di emozioni riunite. Una lingua personale e privata che brucia in un ardore sorridente. La mia opera è fatta di pensieri profondamente poetici di un viaggio verso un terreno fertile. Si sente la nostalgia dei tempi che furono, urlata o soffocata. La mia poesia trabocca di solitudine, di ricongiungimenti, di urla. In fondo, è anche allegra. Sono una donna sempre guidata dal dolore e dall’amore. Ogni relazione sentimentale è all’origine di sofferenza. Eppure basta un’unica gioia per ritrovare la serenità e la tenerezza. Provo piacere nell’impregnare le mie poesie di causticità e di dolcezza! Le mie parole sono come uno specchio, oltre le quali vi è qualcos’altro. A volte la grazia mi appartiene, ma quando sono delusa seguono la provocazione, la furia, l’espressione perentoria. Concludo con una formula che mi appartiene, “Oh, quanto mi piace “sguazzare” nella leggerezza della poesia.”
Secondo te la scrittura è una forma di terapia?
La scrittura è senza dubbio una forma terapia. Lo è principalmente nei momenti di tristezza e di sconforto. Nel mio caso è un rifugio dove posso rannicchiarmi ed astrarmi provvisoriamente dal mondo per alleviare il nervosismo e costruirmi un universo metaforico, scegliendo le parole e la punteggiatura, creando melodia e armonia. E’ un gaudio sprofondare nelle proprie fantasticherie e mettere impeto e devozione nella scrittura. Mi diletto a versificare e a regalare l’intimo bene. Non temo le opinioni degli altri, al contrario, voglio far conoscere le mie poesie e sapere come sono giudicate. Come molti poeti, mi ispiro alla realtà circostante per esprimere i miei sentimenti, i miei dubbi, i miei ricordi e le storie della mia vita. Scrivo per me stessa, per alleviare la tristezza che riposa in me, per esternare momenti di gioia. Quindi, quando sento una parte del mondo affascinante della natura o quando un sentimento d’amore riempie il mio cuore, mi lascio trasportare dalla musica delle mie emozioni. Scrivere mi aiuta a conoscermi, ad entrare nella mia anima. Senza rendermene conto, scrivo versi! In una seconda fase, lentamente, rileggo per apportare alcune modifiche. Quando cammino nei boschi o osservo il mare, seduta sulla sabbia, sorge il sospetto di un fenomeno cabalistico. Le mie poesie si materializzano, le parole si assemblano gradualmente nella mia fantasia, sempre mentalmente. So come promuovere nella mia anima l’emergere di sentimenti forti, franchi e assoluti , sempre in grado di scatenare la nascita di versi o di frasi . L’esercizio fisico, le passeggiate e il contatto con la natura contribuiscono straordinariamente a “l’illuminazione”. Mentre cammino, penso, rido, piango, brontolo, prego tra il ritmo delle parole e le passeggiate, tra i boschi, i sentieri e la vita diurna. L’adrenalina del movimento è una sorta di cataclisma neurale e spesso provoca una sorta di estasi spirituale che mi porta a creare.
Berta cosa hai avuto dalla vita?…e cosa chiedi?
E’ lapalissiano, eppure voglio dichiararlo, dalla vita ho ricevuto il regalo più grande, mia figlia. Ho il cuore in festa ogniqualvolta prende coscienza dell’amore che provo per lei. La vita mi ha anche dato in dono ottimismo e vitalità. Da sempre inizio le mie giornate con un fresco sorriso. Il loro corso dipende da esso. Questa è una mia teoria che trovo vibrante e incisiva. Funziona davvero! E poi tanto impeto e tanta dedizione nel lavoro e in tutto ciò che intraprendo. I miei ritmi oltremodo convulsi hanno fatto di me una donna dalle mille risorse. In tutto questo marasma cerco di vivere serenamente, attorniandomi da amici, colleghi e comunque da allegri “fringuelli”. Mi dirigo verso persone che non bofonchiano dalla mattina alla sera per problemi insulsi o addirittura inesistenti. Per il futuro, vedo una pagina bianca sulla quale non vi è niente di scritto. Mi piacerebbe mettere nero su bianco e descrivere la vera felicità, le piccole gioie della mia vita: un viaggio, una passeggiata sulla spiaggia, un bel paesaggio, una corsa sotto la pioggia, una conversazione con delle persone care, una risata di cuore, un messaggio da parte di amici che pensavo di aver perso, una canzone che mi commuove nel profondo dell’anima, degli scambi intellettuali, la notizia di una futura pubblicazione dei miei libri.
Senza i sogni non si può…(continua tu)
avere un’esistenza avvincente. Si può sopravvivere senza sogni, ma non vivere. Mi sento povera se non ho sogni. Qualche anno fa ho sottoposto all’attenzione di numerosi editori francesi “Le feu intérieur”, la mia traduzione del romanzo “Il fuoco dentro” di Giovanni Andreoli. Solo dopo alcuni mesi, quando ormai non ci credevo più, ho ricevuto tre proposte di pubblicazione. Da allora, si sono susseguiti diversi successi editoriali e ho ricevuto molte proposte da varie case editrici italiane ed estere. Dal mio atteggiamento positivo è nata la capacità di concentrarmi sull’obiettivo, sul risultato che volevo ottenere, sui miei sogni. Bisogna battere in breccia le idee ricevute come Sono troppo vecchio per sognare oppure Ho superato l’età per imparare. L’età non ha più importanza quando si sa cosa si vuole. I sogni non dovrebbero essere solo l’appannaggio dei bambini. La radice è nel nostro immaginario e nel nostro formidabile potenziale di energia. I sogni sono i motori principali e noi siamo i creatori della nostra esistenza. A me regalano momenti di emozioni. Sono come le parole, nascono, si mescolano e viaggiano nella mia mente. Arrancano nel tentativo di dare realtà e consistenza alla mia vita … e poi ci riescono.
Berta Corvi
Un nuovo romanzo fra cinema, Brianza, Milano, sogni e speranze
Una scrittrice dalla doppia madrelingua e dal gusto classicheggiante
Un romanzo fresco, moderno, ambientato fra la Brianza e Milano, nel quale emergono le figure di due giovani ragazze col sogno di entrare nel mondo del cinema. Ce la faranno? L’intreccio di episodi che le vedranno coinvolte si preannuncia ricco di colpi di scena e costruito per tenere incollato il lettore dalla prima all’ultima pagina.
Berta Corvi, scrittrice italiana residente a Lesmo (Provincia di Monza e Brianza), di madrelingua italiana e francese, nata in Abruzzo e cresciuta a Liegi, sta per portare a termine il suo primo romanzo inedito, dopo aver già pubblicato tre scritture di Poesie (Parole editore) e dopo aver tradotto un romanzo e altre due raccolte di poesie nelle sue lingue madri.
“Con orgoglio e soddisfazione posso dire che sto portando a termine un importante progetto completamente mio – rivela l’autrice – scrivere è un elemento essenziale della mia vita, con umiltà ho sempre sfruttato la mia doppia madrelingua per avvicinarmi ai grandi scrittori italiani e francesi. Penso, in particolare, a Flaubert, a Stendhal, e ai nostri Parini e D’Annunzio. Degli autentici maestri a cui occorre guardare con rispetto, prendendo spunto per creare qualcosa di nuovo. E questo è ciò che spero di star realizzando col mio romanzo”.
Berta Corvi – Il nuovo romanzo
Il nuovo romanzo di Berta Corvi, dal titolo provvisorio “Il sogno di Stely”, racconta la storia vera di due ragazze che sognano di entrare nel fatato mondo del cinema. All’interno sarà un condensato di sogni e illusioni, di speranze e di promesse, con colpi di scena che non mancheranno di stupire il lettore. L’ambientazione del romanzo sarà la striscia di territorio a cavallo fra la Brianza e Milano: una delle due ragazze risiede a Villasanta, l’altra nel capoluogo lombardo. Ma molte delle scene avranno come sottofondo i paesaggi tipici di questi luoghi: dal Parco di Monza al Fiume Lambro, dal caos metropolitano alle dolci distese verdi della Brianza. Il romanzo, in via di ultimazione, sarà pubblicato all’inizio del prossimo anno, nel 2016.
Berta Corvi – La biografia Berta Corvi nasce 49 anni fa ad Atri, in Provincia di Teramo. Insieme alla famiglia, si trasferisce ben presto in Belgio, a Liegi, dove vive fino ai 18 anni prima di rientrare in Italia e stabilirsi nuovamente in Abruzzo. Qui, si laurea con 110 e lode all’Università degli studi “G. D’Annunzio” di Pescara nel corso di laurea in Lingue e letterature straniere con la tesi dal titolo “La description dans les œuvres romanesques de Jean Giorno”. Il suo percorso di formazione non si è mai arrestato, con attestati di Corsi di specializzazione in “English for business”, Semi-intensive English Course alla Roger Williams University (Bristol – Rhode Island – Usa) e con i Corsi di aggiornamento per l’insegnamento della lingua francese presso il “Centre Culturel Français” di Milano. Dopo aver abitato per 4 anni a Bernareggio, Provincia di Monza e Brianza, da vent’anni risiede a Lesmo, Provincia di Monza e Brianza. Berta Corvi – La scrittura e i rapporti con la Brianza e l’Abruzzo La scrittura di Berta Corvi è da sempre intrisa di emozioni e sensazioni, mescolate al territorio in cui vive le proprie giornate. “Devo dire grazie ai miei professori francesi che, in giovane età, mi hanno trasmesso la passione per la letteratura e la scrittura – dichiara l’autrice – scrivere è sempre stata una mia passione, un modo per trasmettere la mia persona verso l’’esterno. Prendo spunto dalla realtà che mi circonda, dalle singole persone che posso incontrare ogni giorno durante il mio lavoro. In questo modo, i miei personaggi diventano più veri, i miei pensieri più realistici”. A caratterizzare la sua scrittura anche i luoghi nei quali vive la gran parte del suo tempo: “Per scrivere ho bisogno di silenzio e concentrazione, ecco perché quando ho bisogno d’ispirazione vado in cerca di posti magici dai quali trarre innumerevoli spunti. Penso, in particolare, a Montevecchia, nel Lecchese, o ai paesaggi abruzzesi della Provincia di Teramo e Pescara. Sono luoghi nei quali mi piace immergermi al mattino presto per cogliere l’essenza di ogni momento. Stimolano la scrittura e aiutano la creatività”.
Berta Corvi – Le opere letterarie
Berta Corvi, madrelingua francese, vanta numerose pubblicazioni in italiano e in francese, con opere letterarie inedite ed altre tradotte nella lingua destinata alla divulgazione. Tre sono le scritture di poesie già pubblicate in raccolte di autori vari. Nel 2013 le sue opere letterarie sono state pubblicate nella raccolta “Viaggi Di Versi – Nuovi Poeti Contemporanei, 43” con l’uscita di un audiolibro annesso, nel 2014 è stata la volta della raccolta “I Poeti contemporanei, 174” con poesie di 7 autori e sempre lo scorso anno è stato presentato al pubblico “Il Parnaso, 94” con componimenti di quattro autori. Tutte le raccolte sono editate da “Pagine” (www.pagine.net) e sono in vendita sulla piattaforma Amazon e sui circuiti di divulgazione letteraria.
“Viaggi Di Versi – Nuovi Poeti Contemporanei, 43” raggruppa poesie scritte nel periodo dell’adolescenza, prevalentemente incentrate sui temi dell’amore, dalle quali traspare il battito del cuore nei periodi dei primi veri innamoramenti. Berta Corvi ha partecipato con la poesia “Cade la neve” ad un concorso letterario che le è valso la vittoria e la successiva pubblicazione con Pagine editore nella pubblicazione “Viaggi Di Versi – Nuovi Poeti Contemporanei, 43”.
“I Poeti contemporanei 174” affronta tematiche legate all’infanzia e all’adolescenza, quali la morte del padre e le prime introspezioni. Una poesia dallo stile semplice e dal forte contenuto.
“Il Parnaso, 94” trae invece ispirazione dai poeti francesi del XX° Secolo, un tentativo ben riuscito di avvicinarsi ai poeti francesi che da sempre hanno ispirato l’opera artistica dell’autrice.
Berta Corvi ha anche tradotto un romanzo e due raccolte di poesie, rispettivamente dall’italiano al francese e dal francese all’italiano. Nel primo caso, traduzione in francese del romanzo “Il fuoco dentro” di Giovanni Andreoli (Lupetti editore), pubblicato nel 2012 da Edilivre, Casa editrice parigina, col titolo “Le feu intérieur”. Berta Corvi ha poi tradotto dal francese all’italiano le poesie dell’autore marocchino Noureddine Mhakkak, raccolte dal titolo “Le sette onde dell’amore” e “Il collare della colomba”, già pubblicate in Marocco e in attesa di pubblicazione in Italia.
Di particolare valore è proprio la sua collaborazione con Noureddine Mhakkak, uno degli artisti della parola più conosciuti in Marocco. Noureddine Mhakkak è un poeta, romanziere, critico letterario e artistico marocchino, ricercatore accademico sulla semiotica narrativa, membro del coordinamento dei ricercatori sulle letterature maghrebine e comparate, membro dell’unione degli scrittori del Marocco e dell’associazione dei critici cinematografici. Ha pubblicato numerosi articoli su film marocchini, arabi, europei e americani, creando un dibattito culturale ed artistico. E’ un poeta attento ad ogni sfumatura emotiva. Il tema dell’amore è sostanziale per la sua poesia. Amore come paradiso, come forza suprema, ma soprattutto come genesi di vita. Ogni relazione amorosa è materia sublimata ed esprime un’aspirazione al trascendente. Sembra che la poesia sia nata e si sia sviluppata sotto il segno dell’amore, che sia un mezzo per esprimerlo e suscitarlo. Vere missive dell’amante all’amata nelle quali Noureddine ama ripristinare immagini ancestrali, oniriche, rituali, giocando su assonanze, aloni sonori, sugli effetti della ripetizione del suono.
Berta Corvi – Le collaborazioni di prestigio
Grazie alla sua doppia Madrelingua italiana e francese e ad una perfetta conoscenza della lingua inglese, Berta corvi nel corso degli anni ha stretto importanti collaborazioni con partner e aziende di livello internazionale. Fra queste si ricordano, in particolare, traduzioni di relazioni destinate a reporter di guerra per conto dell’inviato Giovanni Porzio, interpretariato per aziende quali Gucci, Mediaset e Gruppo Schneider, scrittura di recensioni pubblicate in riviste letterarie in Francia, in Marocco e in India e l’illustrazione di profili aziendali attraverso la registrazione di video destinati a società di paesi francofoni. Vanta collaborazioni formative con Armani, Candy, Toshiba, Ansaldo, Montedison, Alfa Romeo, Galbani e Publitalia ’80. A questo si affiancano le traduzioni di brevetti e manuali tecnici a scopo commerciale e l’insegnamento della lingua francese nella scuola secondaria e a studenti universitari finalizzata alla preparazione degli esami scritti e orali del Delf e del Dalf.
Berta Corvi – I ringraziamenti
Un ringraziamento speciale va a tre persone, senza le quali Berta Corvi non avrebbe raggiunto i suoi obiettivi. Nell’ordine, anche se non esiste una vera classifica, viene Stéphanie Michineau (pseudonimo Fanny Cosi), scrittrice, ricercatrice universitaria e specialista delle opere di Colette e della scrittura di sé (autofiction) che risiede a Roche-sur-Yon, capitale della Vandea. “Tre anni fa, io e lei ci siamo concentrate su una serie di scritti di autori marocchini che ci hanno restituito una fulminea testimonianza di amicizia-apprezzamento”. Fanny è autrice di numerose opere tra cui “La littérature était une petite fille rieuse” (La letteratura era una bambina ridente), “Colette, par delà le bien et le mal”, “Pensées en désuétude”, raccolta per la quale Berta Corvi ha redatto delle recensioni, successivamente pubblicate in riviste letterarie. Giovanni Andreoli, amico d’infanzia nonché autore del romanzo “Il fuoco dentro” del quale ha curato la traduzione e di “Mai una notte” (Editore Albatros). Noureddine Mhakkak, con cui quattro anni fa ha trovato amicizia e collaborazione professionale. “Stessi interessi, stessa vocazione. Questa fusione mi ha permesso di uscire dalla letargia, di trovare l’avventura scrivendo. Per merito loro e con l’aiuto della scrittura ho messo ordine nella mia vita e le ho ridato brio. Stavo attraversando un periodo in cui niente poteva colpirmi. Si trattava per me di oltrepassare delle frontiere, di andare lì dove mi vietavano di avere accesso. Certe risonanze hanno risvegliato una parte della mia storia, della mia infanzia. I miei tre amici mi hanno restituito la luce, l’energia. Sì, ho ritrovato il desiderio di vivere intensamente e di scrivere amalgamando i materiali, i loro e i miei”. Quando scrive, Berta Corvi assicura “so di avere un posto sulla terra, so che la mia esistenza ha un senso. Oggi sono serena. Ci credo, ho fede. E i miei libri sono la mia felicità, intrecciano i miei ricordi, i miei sogni, delle scene di ieri e di oggi offrendoli al lettore attraverso frammenti biografici in una scrittura stringata, ritmata, avvolgente”.
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